L'Occhio infinito di Galileo - Astronomia e astrologia

L’astrologia è sicuramente più famosa dell’astronomia. Molti le confondono. Altri pensano che la seconda sia solo una “cosa” da scienziati. Pochi forse sanno la vera differenza e conoscono la loro storia che si perde nella notte dei tempi. Prima quindi di iniziare un sintetico resoconto delle principali conquiste dell’astronomia antica e di quella greca in particolare, è bene spiegare quali siano state le ragioni che hanno reso l’astrologia talmente radicata nella mente umana al punto da farle assumere, ancora oggi, un vero e proprio carattere fideistico. In realtà l’astronomia è figlia dell’astrologia, nel senso che è una sua derivazione di tipo intellettuale, razionale e conoscitivo.

Per capire come sia nata l’astrologia e come poi abbia potuto dare origine al pensiero scientifico, uno dei massimi raggiungimenti della mente umana, dobbiamo tornare all’uomo primitivo ed alle sue esigenze più pressanti. Tralasciando il primo stadio semi-animalesco, dobbiamo analizzare la fase di passaggio da uomo nomade cacciatore a uomo stanziale agricoltore. In questo delicato e rivoluzionario cambiamento di orientamento, che ci ha differenziato definitivamente dai nostri antenati primordiali, gioca un ruolo fondamentale l’intuizione prima e l’accettazione completa dopo del concetto di collegamento stretto tra ciclo stagionale agricolo e ciclo annuale del Sole.

Consideriamo allora la situazione umana all’epoca delle caverne. La caratteristica principale era la condizione di elevata precarietà nella quale si svolgeva la vita degli uomini. Procurarsi il cibo giornaliero era l’attività assillante che impegnava pressoché totalmente le energie fisiche e quelle intellettuali. In questo non si era ancora molto diversi dagli animali. Tuttavia, la scintilla dell’intelligenza unita alla durezza delle condizioni di vita stimolavano quotidianamente la ricerca di soluzioni “intellettuali”, che attenuassero sempre più le difficoltà di sopravvivenza.

A questo punto era di fondamentale importanza l’ubicazione in cui si erano stabiliti i vari gruppi umani. In quelli più favoriti dalle condizioni climatiche e quindi con difficoltà esterne meno estenuanti, si formarono i primi veri stanziamenti urbani. Essi erano concentrati lungo i corsi di grandi fiumi (Tigri-Eufrate, Indo, Nilo, Huang He o Fiume Giallo), dove si verificò quella che può essere considerata la più grande conquista dell’umanità di tutti i tempi: la nascita dello stato organizzato. Non tutti facevano tutto, ma i compiti venivano sapientemente separati. Vi erano funzionari preposti a far osservare le leggi, una parte di popolazione preposta alla produzione del cibo per tutti, un’altra parte di popolazione destinata alla difesa comune, ecc. La minore precarietà delle condizioni di vita aveva sicuramente accelerato il processo di sviluppo intellettuale e sociale. Si era superato un vero e proprio spartiacque: da una parte la primitiva condizione “pseudo-animale”, che sopravviveva in gran parte del globo terrestre, dall’altra una società ancora approssimativa, ma già organizzata, che aveva il tempo di usare il proprio cervello per osservare e pensare. Proprio in questi agglomerati urbani si cominciò ad alzare gli occhi al cielo con spirito “intellettuale”. A parte mille e uno risvolti complessi ed articolati, si può dire che la base fondamentale per dare il via a ciò che oggi chiamiamo civiltà è l’avere associato la nozione astronomica di ciclo solare annuo all’influenza che esso esercitava sull’attività agricola: l’astro diurno produceva eventi agricoli scanditi nel tempo ed oltretutto chiaramente prevedibili.

A riprova di quanto detto basterebbe ricordare che una delle prime opere della letteratura dell’Occidente (probabilmente scritta verso la fine del secolo VIII a.C.) fu Le opere e i giorni, di Esiodo. Nel titolo sono sintetizzati i due termini dell’associazione di cui sopra: “i giorni” si riferiscono a determinate epoche dell’anno associate ad accadimenti astronomici, mentre “le opere” si riferiscono ai lavori agricoli da eseguire proprio in quelle epoche. Quest’opera di Esiodo è giustamente considerata come il primo manuale dell’agricoltore.

Se ora ci chiediamo quali conseguenze possa aver avuto sulla psiche umana una rivoluzione epocale di tale portata, non possiamo non prendere in considerazione due concetti fondamentali: il valore enorme di questa conquista nella lotta dura e faticosa per la sopravvivenza e la condizione di relativo infantilismo intellettuale nella quale si trovava ancora l’umanità.

Non è difficile quindi comprendere che in questa fase di sviluppo ingenuo e primordiale abbia acquisito un ruolo di estrema importanza il rispetto sacrale per il “cielo“. Esso non solo elargiva spontaneamente notevoli benefici, ma evidenziava una perfetta corrispondenza tra molti dei suoi fenomeni ed altrettante determinate conseguenze che si riversavano sulla Terra e che divenivano in tal modo perfettamente prevedibili. L’ovvia e naturale estensione, anche solo immaginaria, di questa corrispondenza ad altri aspetti della vita terrena diede origine all’astrologia.


Mappa dell’evoluzione intellettuale umana - Le grandi civiltà, da cui è partita l’evoluzione intellettuale umana, erano localizzata vicino a grandi fiumi, che permettevano cicli stagionali favorevoli per l’agricoltura e che erano utilizzabili come facili vie di comunicazione e di trasporto.

Per molto tempo rimase l’unico motivo di osservazione del cielo. Bisognava conoscere, seguire, studiare i fenomeni celesti che potevano avere una ricaduta sulla vita umana, per poterli prevedere correttamente e sfruttare al meglio. Ed era altrettanto importante che chi avesse particolare abilità nel fare ciò, fosse adeguatamente ricambiato dai potenti. Ovviamente la furbizia dell’essere umano era già sviluppata e molte interpretazioni degli “studiosi” erano mere invenzioni atte a propiziarsi i favori dei dispensatori di fama e ricchezza. Ma la mente umana cresceva comunque e con lei la consapevolezza di occupare un posto ben determinato nell’universo. Presso i greci, soprattutto, cominciò così a nascere la voglia di conoscere e descrivere quello che avveniva nel cielo, senza nessuna contropartita pratica. Stava nascendo la ricerca scientifica che, tra errori enormi e pressioni religiose ed idealiste pressanti, cercava di collocare ogni cosa al suo giusto posto. Momenti di rara e forse mai più raggiunta genialità si succedevano a ricadute nella superstizione e nell’ingenuità. Ed il tutto avveniva quasi sempre con strumentazioni di una semplicità e di una imprecisione disarmanti. Ma le idee erano spesso solide e brillanti e lasciarono per sempre il loro segno fino alla nascita della scienza moderna, in cui Galileo Galilei ebbe un ruolo fondamentale. L’astronomia scientifica aveva ormai preso la sua strada ben chiara e precisa, lasciando all’astrologia il compito di imbonire i potenti ed i creduloni. Purtroppo i secoli non riuscirono mai sconfiggere i sogni e le illusioni che essa elargiva facilmente e rimase (e rimane ancora) radicata come un vero atto di fede incrollabile.